Amelia ha un figlio di sei anni, Samuel, nato dopo la morte del padre. Ha difficoltà economiche e fa fatica a contenere l'iperattività del suo bambino che, in aggiunta, non dorme facilmente e la tiene sveglia, oltre ad essere violento a scuola. Il bambino, per questo, non ha molti amici e, per via di un temperamento esagitato, la stessa madre arriva quasi ad odiarlo. Purtroppo le cose peggiorano quando nella loro casa si materializza un libro di favole diverso dagli altri, molto nero, cupo e spaventoso.
Messo via dopo la prima lettura, però, continua a ripresentarsi fino a che la sua storia di un uomo nero che ti entra dentro fino a condizionarti non comincia lentamente ad avverarsi e intrappola i due nella loro stessa casa.
Jennifer Kent, regista e attrice australiana, dirige il suo primo lungometraggio mettendo in scena un horror psicologico dove il rapporto tra madre e figlio gioca un ruolo primario nella costruzione dell'angoscia che piano piano monta fino all'apparire del mostro. Quest'ultimo, come nella migliore tradizione cinematografica di genere, si palesa solamente verso la fine del film in piccole sequenze che però generano inquietudine.
La pellicola, a mio parere, gira bene per buona parte del racconto soprattutto per via del morboso rapporto freudiano che lega Amelia a suo figlio Samuel. Una situazione che logora i nervi della madre e che rappresenta il lasciapassare dell'orrenda creatura nella casa.
Il finale è un po' contraddittorio e lascia, personalmente, la sensazione di qualcosa di incompiuto ma nel complesso è un film che assolve egregiamente il suo dovere.
Voto: 3 pugnalate su 5
Un gruppo di ricercatori, capeggiati dai coniugi Frank e Zoe trova il modo di riportare in vita i defunti completando con successo, ma senza autorizzazione, un esperimento su un cane appena morto.
Il rettore della loro Università, venuto a sapere
di ciò che hanno fatto, decide di sospendere il progetto requisendo loro tutto il materiale fin qui documentato.
Tuttavia il team decide di continuare i loro esperimenti per far si che il mondo venga a sapere cosa hanno scoperto
ma, a causa di un incidente, Zoe, viene orribilmente uccisa. Frank,
addolorato, convince il team a fare qualcosa di
impensabile: resuscitare la loro prima cavia umana.
Zoe viene rianimata ma quello che inizialmente si rivela un successo presto si rivelerà qualcosa di sbagliato...
Nel complesso bel filmetto da serata di paura, forse il migliore della tripletta che abbiamo visto.
David Gelb, documentarista passato al cinema di consumo, firma la regia di "The Lazarus Effect" con un cast buono e sceneggiatura non originalissima ma che tiene botta per tutta la durata della storia dove l'orrore si mescola alla fantascienza in stile "Linea mortale".
Olivia Wild bellissima e feroce come strumenti di morte venuto dall'aldilà.
Voto: 4 pugnalate su 5.
Una famiglia sitrasferisce in un sobborgo residenziale ma la casa è infestata da forze soprannaturali.
Terrificanti apparizioni moltiplicano i loro attacchi e prendono di mira la figlia più piccola che, in seguito, viene fatta prigioniera dagli spiriti maligni.
Per la famiglia non resta che coalizzarsi per salvarla prima che scompaia per sempre.
Seguendo la moda dei remake e reboot delle pellicole che andavano alla grande nel cinema degli anni '80, Poltergeist si inserisce in quella schiera di film da riproporre con un tocco d'autore che lo renda più cupo.
Purtroppo, però, è la conferma che le due epoche sono troppo differenti (anche a livello sociale) per rifare un film che 30 anni fa era un horror fantascientifico per famiglie.
Nel film del 1982 Tobe Hooper (maestro di genere capace di spaziare dall'horror più truculento di "Non aprite quella porta" alla fantascienza dark di "Space Vampires") proponeva la storia di una famiglia media americana che si trasferiva in quello che sembrava essere un tranquillo quartiere residenziale di periferia. Le cose piano piano andavano peggiorando fino al colpo di scena finale condito da effetti speciali artigianali (fanno tenerezza a rivederli oggi) che tenevano lo spettatore inchiodato alla poltrona fino alla fine.
Tutto ciò che sembrava essere un film simile a "E.t. l'Extraterrestre" (che suscitava vera paura) poi diventava a tutti gli effetti un horror con momenti di ilarità volti a spezzare la tensione.
Nel remake tutto questo non c'è e si capisce subito dove la storia andrà a parare. La famiglia Bowen è più figa e "patinata" dei Freeling e il personaggio carismatico della medium Tangina (la piccola grande attrice Zelda Rubinstein dell'originale) è stato sostituito dal divo della televisione Carrigan Burke specializzato in reality sul paranormale.
A livello di carisma Tangina batte Carrigan 3 a 0.
Voto finale: 2 coltellate su 5.
MR. BEEF